Con la sacra unzione degli infermi e la preghiera dei presbiteri, tutta la Chiesa raccomanda gli ammalati al Signore sofferente e glorificato, perché alleggerisca le loro pene e li salvi, anzi li esorta a unirsi spontaneamente alla passione e alla morte di Cristo, per contribuire così al bene del popolo di Dio. (Conc. Vat. II, Lumen gentium, 11)
Con la sua Passione, infatti, Gesù ha preso su di sé il peso del dolore di tutta l’umanità e ha offerto al Padre la propria vita per la salvezza dell’uomo. Alla luce della Passione, la sofferenza, la malattia e la morte assumono un nuovo significato: l’uomo che soffre prende parte al dolore di Gesù e, nella fede in Lui, trova il significato del proprio patire.
Anche la Chiesa, corpo mistico di Cristo, si fa carico del dolore dell'uomo e cerca di alleviarlo, donando a chi soffre la grazia sacramentale dell’Unzione degli infermi.
La grazia che il sacramento dona al malato lo unisce alla Passione di Cristo e gli dona la pace, il conforto e il coraggio necessari per superare le difficoltà; nel caso in cui non abbia potuto confessarsi riceve il perdono dei propri peccati.
Un tempo questo sacramento era definito estrema unzione, perché, dopo le unzioni del Battesimo e della Confermazione, era questa l’ultima unzione che il cristiano riceveva prima della morte. Oggi non si intende più così. L'Unzione degli infermi è amministrata a chi si trova in una situazione di pericolo a causa della vecchiaia o di una lunga e grave malattia. Può essere ripetuta più volte in caso di aggravamento o di insorgere di una nuova malattia.
Alla luce della storia della salvezza, la Bibbia presenta la malattia come momento in cui l’uomo vive i propri limiti e come conseguenza del peccato.
La sofferenza che la malattia procura diventa per l’uomo mezzo di conversione a Dio e di redenzione.
Gesù guarisce con la sua Parola e con l’imposizione delle mani e, guarendo il corpo, dimostra che è in grado di guarire anche le anime, perché la sua vera intenzione è sconfiggere il peccato dell'uomo.
Ordinariamente il rito per il conferimento del sacramento dell’Unzione degli infermi prevede l’unzione con olio benedetto sulle mani e sulla fronte accompagnata dalle parole: "Per questa santa unzione e per la sua piissima misericordia, ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo.
E, liberandoti dai peccati, ti salvi e nella sua bontà ti sollevi. Amen".
L’Unzione degli infermi è conferita soltanto dal vescovo o dal presbitero.
Per la grazia di questo sacramento il malato riceve la forza e il dono di unirsi più intimamente alla passione di Cristo: egli viene in certo qual modo consacrato per portare frutto mediante la configurazione alla Passione redentrice del Salvatore. La sofferenza, conseguenza del peccato originale, riceve un senso nuovo: diviene partecipazione all'opera salvifica di Gesù. (Catechismo della Chiesa cattolica, 1521)
13Chi tra voi è nel dolore, preghi; chi è nella gioia salmeggi. 14 Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. 15 E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e, se ha commesso peccati, gli saranno perdonati. (Gc 5, 13-15) |