I Buddhisti nel mondo sono circa 367 milioni e vivono prevalentemente in Cambogia, Viet-Nam, Thailandia, Laos, India, Cina, Giappone...
I credenti in Buddha si stanno diffondendo anche in occidente per opera di numerose organizzazioni e nuovi movimenti religiosi che a lui si ispirano.
Notiamo che, da molti studiosi, il Buddhismo è considerato una filosofia più che una religione.
Il suo vero nome è Siddharta Gautama. Nasce intorno al 560 a.C. dalla nobile famiglia dei Sakya. Il padre, Suddhodana, è il principe di uno Stato posto ai piedi dell'Himalaia, il Nepal di oggi.
Vede la luce presso un boschetto, vicino a Kapilavastu; la madre, Maya, muore poco tempo dopo averlo partorito.
Molte sono le leggende che nascono attorno a Siddharta.
Una di queste racconta che il padre, addolorato per la morte della moglie, pensò di rinchiudere il figlio in una reggia dorata dove ai vecchi e agli ammalati non era permesso entrare. Fu così che Siddharta trascorse la fanciullezza e la giovinezza nel lusso e nella ricchezza. Sposò giovanissimo una sua parente, dalla quale ebbe un figlio, Rahula.
Col passare degli anni la vita di corte e l'obbligata oziosità cominciarono a stancarlo e a fargli sentire l'inutilità della vita.
Approfittando di un momento favorevole, il giovane Siddharta riuscì ad allontanarsi dal palazzo in compagnia di un servo fidato.
Il mondo esterno gli apparve assai diverso da quello che aveva conosciuto fino ad allora: per la prima volta faceva la conoscenza del dolore e della sofferenza nonostante avesse già 26 anni.
Percorrendo le strade della città si imbatté dapprima in un vecchio decrepito, poi incontrò un ammalato gravissimo e, infine, assistette alla cremazione di un cadavere. Il suo cuore si riempì di grande angoscia e cominciò a chiedersi come è possibile che nel mondo ci siano tanto dolore e tanta sofferenza. Mentre rifletteva, cercando una risposta alla sua domanda, vide un asceta che aveva abbandonato il mondo e viveva in preghiera, in penitenza e in povertà. Nonostante le privazioni, quell'uomo aveva il volto sereno e felice.
Rientrato a palazzo di nascosto, la notte seguente fuggì dalla reggia, abbandonando per sempre una vita inconcludente e per lui senza senso. Si rasò il capo, come gli asceti, si vestì di giallo e si munì di una ciotola con la quale mendicare un po' di cibo.
Fece molte esperienze, ma nessuna di queste, nonostante le lunghe privazioni e i lunghi digiuni, lo aiutò a risolvere l'amaro problema del dolore.
Una notte, mentre meditava sotto un albero, ebbe finalmente un’idea, una illuminazione. Divenne così il "Buddha", ossia il risvegliato, l'illuminato.
Si recò in fretta a Benares, la grande capitale dell'Induismo, e lì, davanti a cinque discepoli, tenne la prima predica su come annullare la sofferenza dalla vita dell'uomo.
Fondò quindi monasteri maschili e femminili, incontrando sempre più l'adesione e la simpatia della gente.
Buddha morì all'età di circa 80 anni. Dopo la morte gli furono tributati grandi onori.
Buddha non ha mai detto di essere dio; i suoi discepoli, dopo la morte, lo hanno ritenuto tale.
Non ha neppure detto di essere un profeta, un inviato di Dio venuto al mondo per comunicare una nuova rivelazione.
Buddha è stato semplicemente un uomo, un pensatore, un filosofo, che ha speso la propria vita nel ricercare un rimedio alle sofferenze e al dolore degli uomini e la cui identità storica è stata provata da documenti archeologici ritrovati nei luoghi in cui è vissuto.
I Tri-pitaka, ossia i tre canestri, sono i libri sacri del Buddhismo. Sono denominati così, perché in passato erano scritti su foglie di palma che potevano essere contenute in tre ceste.
Il primo libro (Vinaya pitaka) indica le regole per i monaci buddhisti, il secondo (Sutta pitaka) riporta i discorsi di Buddha, il terzo (Abihidhamma pitaka) comprende gli insegnamenti filosofici e morali.
Il Dhammapada (= il sentiero della natura) contiene le Quattro nobili verità, l’Ottuplice sentiero e molti insegnamenti che riguardano la morale individuale e l’autodisciplina. E’ molto breve ma è considerato importantissimo per la sua antichità.
Buddha espose la sua dottrina nel discorso di Benares.
Il credo buddhista può essere riassunto nelle "Quattro nobili verità":
1. tutta la vita è dolore (dukka);
2. il dolore ha origine dal desiderio (samudaya);
3. occorre togliere dalla propria vita ogni tipo di desiderio (nirodha);
4. percorrendo l'ottuplice sentiero è possibile ottenere l'estinzione di ogni desiderio (magga) e raggiungere il Nirvana.
Le otto parti del sentiero sono: la retta fede - la retta decisione - la retta parola - la retta azione - la retta vita - il retto sforzo - il retto pensiero - la retta concentrazione.
La religione buddhista è vista dai suoi seguaci come un mezzo, una barca che solca il mare del dolore per approdare al porto della felicità. Solo chi riesce a sopprimere in se stesso la volontà di vivere e di sopravvivere alla morte potrà spezzare il ciclo ricorrente delle morti e delle rinascite e approdare al Nirvana.
Una delle caratteristiche del Buddhismo è la vita monastica.
Si diventa monaco (bonzo) dopo particolari riti di consacrazione. Lo stato monastico però non è permanente e può essere abbandonato in ogni momento. In certi stati asiatici, tutti i giovani abbracciano la vita monastica per un periodo limitato.
Il monaco buddhista è riconoscibile dal suo abbigliamento, che ripete a grande linee quello degli antichi asceti e dello stesso Buddha.
Il monaco si veste di giallo, si rade il capo e possiede solo una ciotola, con la quale ogni mattina passa di casa in casa a chiedere l'elemosina di un po' di riso, un rasoio con cui radersi e altri piccoli oggetti.
La massima povertà è una delle regole principali della sua vita.
Così venne chiamato il Buddhismo quando nel VI sec. d.C. giunse in Giappone.
L'obiettivo dello zen è identico a quello del Buddhismo: condurre l'uomo al pieno distacco da se stesso e dal mondo. Il seguace zen è dunque chiamato a raggiungere la piena libertà e il completo dominio del proprio corpo. Questa disciplina ha influenzato notevolmente il comportamento e la vita dei suoi fedeli attraverso pratiche ben precise come lo judo, il tiro dell'arco, l’allestimento dei giardini e l’arredamento della casa.
La fede buddhista può essere vissuta in due modi. Il primo è quello indicato dalla scuola Theravada (piccolo veicolo), che cerca di osservare la dottrina e le pratiche più genuine del Buddha; il secondo è il buddhismo Mahayana (grande veicolo), seguito dalla maggioranza dei Buddhisti, che considera Buddha un dio.
Caratteristica della fede buddhista sono i pellegrinaggi ai vari santuari e ai monumenti commemorativi (stupa) dove vengono venerate immagini di Buddha e reliquie del Buddha stesso e di altri personaggi importanti della religione. I fedeli presentano offerte, ripetono formule di sapore magico e cantano particolari inni di lode.
Fra le principali feste buddhiste ricordiamo le seguenti.
HIGAN: si celebra in primavera e in autunno, a marzo e a settembre, in coincidenza con gli equinozi di primavera e di autunno. Si sottolinea la pratica della via di mezzo per arrivare all’illuminazione completa.
VESAK: è la festa che ricorda le tappe salienti della vita di Buddha: la nascita, l’illuminazione, il sermone di Benares, i momenti di estasi e la morte. In tutto il mondo ogni buddhista si reca a visitare un monastero o un centro di meditazione.